Storia delle Arti Marziali

Il Karate, nato in Giappone, è l'arte marziale orientale  più conosciuta e forse anche la più praticata, in occidente. Il Karate si compone di diversi stili ognuno dei quali corrisponde a diverse scuole. La parola Karate,  in origine assumeva il significato di "mano cinese" . il fondatore del karate moderno, Gichin Funakoshi, cambiandone gli ideogrammi, e scegliendone altri che si pronunciavano più o meno in maniera simile, ma il cui significato era: "Mano vuota". Questo  perchè, anche se nel Karate, si insegna l'utilizzo di svariate armi, la prevalenza delle tecniche viene eseguita a mani nude.
Dal momento che il Karate comprende diversi stili, può essere praticato con successo praticamente da chiunque abbia un minimo di fisicità e di coordinamento motorio, in qualsiasi condizione e corporatura; tuttavia diverse costituzioni fisiche sono più avvantaggiate nei diversi stili. 


Storia dei Samurai

Il Samurai era un militare del Giappone feudale, appartenente ad una delle due caste aristocratiche giapponesi, quella dei guerrieri. Il nome deriva da un verbo, saburau, che significa "servire" o "tenersi a lato" e letteralmente significa "colui che serve".
I samurai costituivano una casta colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava arti zen.
Con il Rinnovamento Meiji (tardo XIX secolo) la classe dei samurai fu abolita in favore di un esercito nazionale in stile occidentale.
Ciò nonostante il bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento simile al ruolo svolto dai principi etici religiosi nelle società occidentali attuali.

Da Wikipedia, l'Enciclopedia Libera.



Le Scuole del Karate

Goju-ryu: Sviluppato sulla base dello stile Naha-te, la sua popolarità è motivata dal successo di Kanryo Higaonna (1853-1915). Higaonna aprì un dojo a Naha, usando
otto forme portate dalla Cina. Il suo miglior allievo, Chojun Miyagi (1888-1953), fondò successivamente il Goju-ryu, "via dura morbida", nel 1930. Nel Goju-ryu viene data maggior enfasi alla combinazione di parate circolari morbide con forti e veloci tecniche di contrattacco, portate in rapida successione. 

Shito-Ryu: Fondato da Kenwa Mabuni (1889-1952) nel 1928 e venne influenzato direttamente sia dallo stile Naha-te che dallo Shuri-te. Il nome Shito proviene dalla combinazione dei caratteri giapponesi dei nomi dei maestri Mabuni ed Higaonna: Ankoh Itosu e Kanryo. La scuola Shito-ryu utilizza un gran numero di kata, circa cinquanta, ed è caratterizzata dall'enfasi della potenza nell'esecuzione delle tecniche.

Shotokan-Ryu: Fondato da Gichin Funakoshi (1868-1957) a Tokyo nel 1938. Funakoshi viene considerato il fondatore del karate moderno, ma è piuttosto colui
che ha diffuso il karate in Giappone. Nato ad Okinawa, cominciò a studiare il karate con Yasutsune Azato, uno dei più grandi esperti nell'arte di Okinawa.
Nel 1921 Funakoshi fu il primo ad introdurre il karate a Tokyo e nel 1936, quasi settantenne, aprì la sua palestra.

Wado-Ryu: la "strada dell'armonia", fondata nel 1939, è un sistema di karate sviluppato dalla combinazione di tecniche di Jujitsu e di Karate da Hienori Otsuka (1892-1982), seguendo i suggerimenti di uno dei suoi maestri, Gichin Funakoshi. Questo stile di karate combina movimenti di base del Jujitsu con tecniche di evasione, dando grande enfasi alla fluidità ed alla via dell'armonia o della disciplina spirituale.




Iai-Do

Lo Iaido, come il Ju-Jutsu e il Karate è un Arte Marziale tradizionale con radici molto profonde nella storia del Giappone. Differisce essenzialmente da queste due, perché utilizza per la propria pratica un’ arma al posto che la difesa a mani nude.
Nasce come Iaijutsu (Arte dell’estrarre la spada e tagliare simultaneamente), e si sviluppò durante il periodo Muromachi e Sengoku (1300-1600 ).
Il principio fondamentale dello Iai è il Saya no Uchi, ovvero quello di vincere atteggiando una decisa espressione di superiorità verso il nemico in modo che questo desista dall’estrarre la spada o attaccare in qualsiasi modo. L’ approfondimento dell’aspetto filosofico decretò il passaggio dallo Iaijutsu allo Iaido.




Kobudo

Il termine giapponese Okinawa kobudō, viene tradotto come "L'antica via marziale di Okinawa" (ko=Antico, Bu=Marziale, do=Via) e si caratterizza per l'uso di un vasto numero di armi tradizionali, per lo più di origine contadina. Nell'isola di Okinawa, sottoposta alla ferrea dominazione del Clan giapponese dei Shimatsu che l'avevano conquistata agli inizi del Seicento, il tassativo divieto di utilizzare armi spinse i nativi a perfezionare l'uso di un vasto numero di attrezzi di uso comune come "armi" vere e proprie. Le "armi" del repertorio del Kobudo, che anche oggi è possibile studiare integralmente soprattutto presso la Scuola del Maestro Matayoshi, comprendono ben 17 tipi diversi di armi tradizionali, ognuna delle quali completa di kata, tecniche e posizioni. (Vedi sezione Armi)




Rei

Il Rei è un importante aspetto del modus vivendi orientale, è «la norma più importante della vita sociale secondo il confucianesimo»; può esser identificato con la ritualità ed in particolar modo con l'etichetta e la cortesia da cui deriva la parola reigi (composta dai kanji REI e GI, quest'ultimo col significato di "convenzione" o "obbligo sociale"). Per estensione Rei ha assunto il significato di ringraziamento, saluto e (nello specifico) inchino. Il Rei è un concetto fondamentale per tutte le Arti Marziali di origine giapponese in quanto espressione della cortesia, del rispetto e della sincerità. Il rituale del saluto è semplice nella sua forma esteriore, ma molto complesso nel suo aspetto interiore: è una presa di coscienza di se stessi, dei compagni, della palestra e dell'arte che si sta per praticare e non deve mai diventare un automatismo, un' abitudine o un obbligo imposto dal maestro. Il saluto non simboleggia una superficiale manifestazione di educazione, ma un lavoro completo sulla persona, la ricerca di una migliore adesione alla Via. Il praticante, attraverso il saluto, si predispone correttamente all' allenamento, che richiede pazienza, umiltà e controllo dei propri sentimenti, e dunque un lavoro disciplinato, costante e diligente. Questo è lo spirito della Via Marziale: l'umiltà è un atteggiamento che bisogna assumere nella vita, la prima lotta che bisogna vincere è quella contro la propria presunzione.




Shomen

Ogni Dojo o luogo di pratica ha un lato che viene considerato il più importante dai praticanti. Il primo ideogramma SHO significa proprio, corretto, mentre MEN significa lato, facciata. Per questo Shomen nel Dojo significa il lato più importante. Lo shomen orienta il dojo nello spazio fisico, è il lato che dà una identità al luogo di pratica. Nei dojo sullo shomen vengono messi oggetti come ritratti di maestri del passato, fondatori di scuole ed altri oggetti, intesi a dare un volto alla scuola. I maestri solitamente si orientano, come pure i giudici di gara, verso lo Shomen. Gli studenti si inchineranno all'inizio ed alla fine della loro pratica verso lo Shomen. Questo gesto riunisce tutte le forme di rispetto verso la scuola, la sua storia, i suoi appartenenti. L'inchino nel karate non è una forma di venerazione ma un preciso segno di rispetto. Nulla vieta di avere religioni diverse ed inchinarsi comunque tra studenti o verso lo Shomen in un Dojo. L'inchino non è una forma di inferiorità e non ci si dovrebbe sentire offesi o umiliati da questo aspetto appartenente ad una etichetta giapponese. Va anche detto che quando ci si inchina verso lo shomen lo si fa tutti, Sensei compresi. Sarebbe una forma di arroganza considerarsi al di sopra delle tradizioni quando queste vengono seguite anche dal proprio insegnante.




Difesa Personale

Con autodifesa, o difesa personale, si indica la capacità propria di difendersi dai pericoli e dalle minacce all'integrità fisica e psichica.
Essa può consistere anche nel saper gestire o evitare una disputa (non necessariamente sfociante in aggressione, fisica e/o verbale) tra individui prima che essi, per svariati motivi, possano giungere ad uno scontro.

È molto diffusa l'opinione che la difesa personale sia solo un insieme di tecniche ed insegnamenti atti ad usare violenza per sopraffare fisicamente un avversario prima che sia lui a farlo, confondendo l'autodifesa con lo street fighting. In realtà la difesa personale comprende esclusivamente tecniche e strategie per la difesa dalle aggressioni, a livello fisico, psicologico e verbale.

In tema di autodifesa un concetto molto importate è quello della prevenzione, e per questo viene incluso negli studi di tali tecniche. La prevenzione serve ad evitare inutili situazioni di rischio per la persona. Spesso questo concetto non è compreso immediatamente da chi si avvicina per la prima volta allo studio di tali tecniche.

L'attività di difesa personale parte da due filosofie essenziali: "essere preparati" e "serve solo per difesa e mai per offesa".

Le attività rivolte al miglioramento della difesa personale sono molte e si evidenziano, in particolare:
- studio approfondito ed utilizzo del corretto atteggiamento mentale;
- studio di arti marziali e/o di sport da combattimento;
- uso di articoli dissuasivi (es. spray al gas OC);
- conseguimento di licenza di porto d'armi, per l'acquisto, detenzione e possesso di armi;
- ricorso all'opera di terzi soggetti quali guardie del corpo e/o di investigatori privati;
- tecniche di difesa verbale e/o psicologica e di controllo della paura.